Sono le 7.30 del mattino, fuori c’è la neve, un leggero vento muove gli alberi, di là in sala c’è il camino con le ultime braci ancora ardenti che scoppiettano, si sentono in lontananza, le pareti di tronchi di legno intorno a noi e al mio fianco, sotto il piumone, c’è Katia, morbida come un batuffolo di bambagia.
Siamo arrivati ieri nel pomeriggio qui alla Baita Santa Maria a 300 metri dall’Hotel Hermitage, della quale fa parte, c’è una stradina innevata da fare a piedi con le fiaccole accese come segnavia a separarli.
Ci troviamo a Madonna di Campiglio, in piena foresta Campo Carlo Magno e la baita, che in pochi sanno, è proprietà dell’Hotel e per questo fine settimana sarà solo nostra.
Ne ho sempre sentito parlare molto bene di questo Bio-Hotel, la posizione è uno dei suoi punti forte, lontano dal caos del centro di Madonna, in piena foresta, sa regalare una pace infinita.
Per la cena non devi andare all’Hotel principale, la cucinano e servono qui, ci sono un maitre, due cuochi ed un cameriere solo per noi, il menù è semplice ma molto curato nei particolari e la baita tutta di legno, riesce a regalare una sensazione di “Vera montagna”, il “Vero Chalet” nella neve.
Katia oggi compie gli anni e questo è il mio regalo, un soggiorno fino a domenica qui in mezzo alla prima neve che adora.
L’arredamento è molto curato nei particolari, infatti Katia è rimasta a bocca aperta ieri sera quando siamo entrati, adora tutto quello che sa di montagna e io la seguo a ruota, in estate vado sempre in Alto Adige con il mio Amico 4 zampe.
Il profumo di legno e di resina che sprigionano queste piccole pareti rendono la nostra fuga davvero romantica.
Quando c’incontriamo, l’ascolto sempre molto attentamente quando parla e qualche tempo fa mi spiegava come ami i boschi e la montagna in generale, se innevati ancora meglio e visto che qui è già arrivata la prima neve, il regalo sembra davvero azzeccato.
Katia per me è una mente superiore e anche se non è bello fare paragoni, è un paio di gradini sopra alle altre che ho frequentato sino ad oggi, non a livello fisico, per il quale non ha da invidiare nulla, ma proprio come testa, tra di noi c’è un’intesa che supera ogni limite, ogni ostacolo.
Per dirla tutta, parlando da maschio, non se la tira, non è impostata, è naturale e nonostante i problemi quotidiani è sempre sorridente, un’ottimista di natura, come il sottoscritto.
Ho conosciuto donne che senza la borsetta non scenderebbero mai dalla camera al ristorante dell’hotel, altre che passano ore in bagno a sistemarsi essendo già belle di loro, altre che se c’è qualche goccia di pioggia si deprimono perchè si sgonfia la pettinatura. Lei invece è più alla mano in queste cose, più naturale, non le interessa fare la sfilata e mettersi in mostra, come maschio, la femmina mi piace al naturale e purtroppo a molte di queste che ho conosciuto e che sono la stragrande maggioranza, non interessa il parere di un uomo, se ne fregano altamente e continuano a cercare di fare la loro sfilata che alla fine dei conti è riservata solo allo stesso sesso.
La mente come la sua è per me affascinante, per il semplice motivo che si preoccupa di piacere a me, paradossale, no? Ci sono i piccoli dettagli, sia fuori che dentro al letto, c’è che è così geisha, ma inteso come vero significato della parola giapponese perchè qui in occidente questo termine viene erroneamente associato ad una prostituta.
Anche se non stiamo insieme ufficialmente, come credono i suoi genitori che ci verranno a trovare da Trento, è come se lo fossimo, ma nessuno dei due pretende nulla dall’altro, “L’affetto” che ci scambiamo è vero e viene dal Cuore.
E’ stato tutto così romantico dal nostro arrivo in baita, ogni dettaglio curato nei particolari, dal camino acceso, dalla cena solo per noi due e da tutto il resto, noi due di dettagli ce ne intendiamo, ne siamo avidi.
La osservo mentre ancora dorme, starei ore a guardarla, coricato su di un fianco, qui al calduccio mentre fuori ci sarà sicuramente qualche grado sotto lo zero e i cristalli di neve brillano al primo sole.
L’abbraccio mentre mi dà le spalle e accoccolandomi aderendole da dietro, non riesco a trattenere una forte erezione, Katia si sveglia e dopo uno stiracchiamento di muscoli, sorridendo mi ringrazia per il buongiorno dicendomi che quando la cerco sotto le coperte è per lei fonte di gioia e non si vuole far sfuggire questo momento. Me lo prende in mano, mi guarda e soddisfatta per la potente erezione lo avvicina al suo sesso, le sfilo i pantaloni del pigiama ed è nuda sotto, lo è rimasta da ieri sera, usa la mia asta per masturbarsi, sfregamento dopo sfregamento mentre ho le sue chiappe tra le mani seguendo il suo ritmo, le nostre lingue si uniscono, i baci che si susseguono sono caldi, appassionati e fortemente erotici, tutto questo non fa che alimentare la nostra eccitazione. Katia si bagna il dito con la saliva e mi sfrega i capezzoli, la seguo e faccio altrettanto, siamo caldi e mentre mi si siede sopra per infilarselo dentro, le scivola un rigagnolo di saliva che cade sul mio viso, al chè col dito lo raccolgo e facendomi guardare da lei, me lo infilo in bocca e lo bevo, poi sempre fissandola, le metto il dito in bocca e glielo faccio succhiare, questo scambio di fluidi fa si che il suo sesso s’impossessi del mio senza difficoltà e mentre i suoi movimenti sono lenti e goduriosi, le chiedo ancora altra saliva, Katia ansimante per la mia asta dentro la sua tana calda, eccitandosi ancora di più mi si avvicina alla bocca e dall’alto fa scendere altri rigagnoli che bevo avidamente.
“Katia sei dentro di me ora, è stupendo, ti porto con me” le sussurro lasciandomi cavalcare col suo ritmo, mi guarda e ora vuole che le stia sopra, la giro su un fianco e con i sessi sempre uniti, le sono sopra, le schiaccio il seno, lo adora, lo so, mi confida che non l’ha mai fatto con nessuno lo scambio di saliva così diretto, certo che col bacio lo scambio c’è, ma così è molto più intimo. Mi metto un dito in bocca e glielo faccio succhiare, al chè mi chiede di fare la stessa cosa e mentre la penetro fino in fondo un rigagnolo di saliva scende nella sua bocca aperta e avida, mandandolo giù mi prende le chiappe e mi tira verso di lei anche se siamo uniti, il peso del mio corpo agevola altri centimetri dentro il suo sesso bollente, rantoliamo dal piacere, le confido che questo scambio mi ha portato un’eccitazione che faccio fatica a controllare, penso che verrò presto. Katia appena sente che l’amplesso sta per esaurirsi, mi fa coricare e decide di rallentare il ritmo, vuole godersi la mia erezione di primo mattino, esce e con movimenti dolci e lenti inizia a masturbarmi, ho il suo seno in mano e mentre la sua mano va su e giù lenta, si posiziona con il suo sesso bagnato sopra la mia bocca, eccoci in uno stupendo 69, l’unica differenza da quello classico e che lei mi masturba invece che succhiarmelo, mentre la mia lingua s’infila calda, le chiedo di sedersi di più sopra di me, toglimi il fiato le chiedo, voglio penetrarti il più possibile con la lingua, quasi mi fa male da come la tiro fuori per entrarle dentro, mentre sento la sua mano alternata ora alla bocca, prendersi cura della gestione del mio orgasmo, lo vuole ritardare il più possibile e ci sta riuscendo. Le rantolo che ho voglia di lei, non resisto, voglio starle dentro, quindi si rimette sopra di me e pian piano se lo rinfila dentro, lo tiene con la mano, vuole sentirlo tutto mentre entra, vuole rendersi conto di quanto ce né e con movimenti lenti, alternati ad altrettanti accelerati, se lo gode, glielo si legge in viso che le piace starmi sopra, mi sta dominando e non mi lascia venire, il suo sorriso sadico la tradisce, ma è tutto così appagante ed estremamente eccitante. Passata l’ondata di estremo piacere che Katia ha gestito in modo direi egregio, ho la situazione più sotto controllo, la tiro verso di me e le chiedo se la possa chiamare la mia geisha da oggi, mi risponde di chiamarla come voglia, chiamami geisha ma voglio essere anche la tua bambola, voglio che mi rigiri come tale e che mi possiedi con tutto l’ardore che hai, sbattimi ora.
Le prendo la testa e con foga la mia lingua cerca la sua, mentre i colpi decisi che la mia asta affonda nel suo sesso la fanno urlare, urla pure, nessuno ti può sentire qui in mezzo alla foresta, le rantolo.
Ora è lei sotto, le alzo le gambe e appoggiando le caviglie alle mie spalle le faccio entrare quei centimetri che ancora non aveva, penetrazione totale, le sto toccando il fondo, lo sento e lo sente anche lei che mi conficca le unghie nella pelle, mi tira verso il suo corpo abbracciandomi alla vita, dammelo tutto, non uscire, te ne prego, è troppo bello, me lo chiede ansimando, dei lunghi sospiri la portano a chiedermi di non smettere di affondarle questi colpi che le toccano l’anima.
Ora la voglio sopra di me, a faccia in su, mentre guarda il soffitto mi rinfilo dentro il suo sesso fradicio e vicino all’orgasmo, mentre scivolo dentro, con le mani, abbracciandola, le apro le cosce e inizio a picchiettarle il monte di venere, gira la testa per quel che riesce verso il mio viso rantolando che la sto facendo venire, la mia asta che le sforza verso l’alto le va a stimolare un’altra zona del suo sesso fino a che la faccio venire. Rimaniamo qualche secondo incastrati, è bello così, ma ora tocca a me venire e Katia seduta sulla mia pancia, dandomi la schiena, inizia amorevolmente a masturbarmelo con le mani, pochi istanti e fiotti di sperma le riempiono il petto e il ventre.
Sublime vedere Katia girarsi e gustarsi coll’indice il mio fluido appena atterrato sul suo ventre.
Non appena ci riprendiamo, facciamo una doccia veloce prima di fare colazione e partiamo direttamente dalla baita con le ciaspole ai piedi per un’escursione nel bosco intorno, andata e ritorno poco più di tre ore. Nello zaino metto la pala, la sonda e l’Arva, non si sa mai, è sempre meglio essere prudenti e rispettare la natura.
La giornata è soleggiata, la temperatura frizzante, i riflessi del sole sulla neve accecano e vedo Katia felice, questo per me è l’importante. Dopo un’ora e mezza circa, facciamo sosta in un pianoro, una panchina con tanto di belvedere e noi due abbracciati ad amoreggiare come due fidanzati. Non c’è storia, il tempo passato con Katia è un investimento per la salute del mio cuore, sembriamo due fidanzati anche se non lo siamo, ma chi se ne importa, stiamo bene così.
Appena sentiamo la temperatura scendere, ci ributtiamo sul sentiero del ritorno e sbagliando strada più volte, prima io poi Katia, ce la ridiamo, al massimo ci facciamo venire a prendere dal gatto delle nevi.
Tornati alla baita, ci prepariamo per scendere in paese, pranziamo in centro di Madonna di Campiglio non prima che Katia abbia visitato un negozietto d’abbigliamento, si è innamorata di un cappotto in vetrina, ma il prezzo la blocca. La convinco ad entrare, voglio vederglielo addosso, la commessa gentile ma di poche parole le porta la taglia giusta, una S, l’aiuto ad infilarselo e glielo chiudo, le chiedo poi di farmi una piccola sfilata per vedere come le cade, devo dire che le sta bene, si guarda poi allo specchio nell’angolo e si stima, fa delle piccole rotazioni su se stessa, è chiaro che le piace. Ha un colore rosa tenue in morbida lana con collo romantico, della Fay.
Chiedo alla commessa di confezionarlo, lo portiamo via, Katia mi prende per un braccio e mi guarda come per dire “sei matto”?, al chè la bacio, glielo sfilo e le auguro buon compleanno. Pago e usciamo.
Mentre non smette di ringraziarmi, le ricordo che rimango sempre in debito con lei, con tutti gli immobili che mi ha fatto vendere procacciandomi nuovi clienti.
Un buon pranzo seduti al tavolo del ristorante Le Roi, la borsa dello shopping con il fiocco in piedi a fianco di Katia e i nostri sguardi che si continuano ad incrociare, un misto di sentimento condito da folate di passione, le nostre mani che si cercano.
Nel tardo pomeriggio verranno a farci visita i suoi genitori, da Trento sono comodi, vogliono fare gli auguri alla loro figliuola e penso che non ci riuscirà male fingere che siamo fidanzati, loro ci credono, l’ultima volta che li ho visti al matrimonio della cugina di Katia, siamo stati convincenti, visto che pensavano di avere una figlia non proprio etero.
La cosa mi diverte, infatti, più tardi mentre passeggiamo per il centro, una telefonata a Katia annuncia il loro arrivo, stanno parcheggiando l’auto. Rendez-vous all’uscita del parcheggio, un breve saluto, gli auguri a Katia e dopo qualche passo, visto che la temperatura inizia a scendere, c’infiliamo in un locale per bere qualcosa di caldo mentre fuori luci natalizie a go-go regalano un’atmosfera unica.
Mentre Katia parla con sua madre, le tengo a bada il padre, capisco subito dove voglia andare parare, mi chiede come vada il lavoro e nel rispondergli che fila, nonostante il calo dei prezzi degli immobili, mi prende per un braccio e mi chiede di badare a loro figlia visto che abitano lontani. Lo tranquillizzo prendendogli io il braccio e ricordandogli che ha una figlia molto in gamba di cui andare fiero e che le starò vicino, non si deve preoccupare.
Katia sorridendo mi fa una confessione non appena i suoi si sono instradati per il ritorno a casa:
“Sai cosa mi ha detto il babbo? Quand’è che te lo sposi quel tipo, mi piace, è uno molto deciso”
Le rispondo con aria divertita:
“Ok, ho capito, dovrò fingere di essere tuo marito tra qualche mese, lo so già”
Katia sa che ogni volta che devo far finta di essere il bravo fidanzato davanti ai suoi genitori per tirarla fuori dai guai, deve poi pagarne lo scotto, la sera, più tardi, dopo aver cenato in baita, serviti e riveriti dal personale dell’albergo, ci accoccoliamo sul divano vicino al camino acceso, Katia ha indosso un pigiama rosso attillato e non le nascondo che quando vedo rosso, sono come i tori. Le consegno allora una piccola scatola regalo, la fisso negli occhi e le preannuncio che dentro ci sarà una cosa forte.
Katia curiosa e contenta per questi regali che via via sfilano tra le sue mani, prima di ringraziarmi, lo inizia a spacchettare un po’ pensierosa, lascia cadere la carta regalo a terra e sorridendo inizia a capire cosa sia. Mi guarda con l’occhio felino e mi dice che ha capito cosa sia e soprattutto a cosa serva.
“Lo conosci davvero?” le chiedo sornione inarcando il sopracciglio destro, “Si” mi risponde, “Decisamente si” mi conferma divertita, “Ed ha un colore bellissimo, dove l’hai trovato?”
Mentre suona una raccolta di rilassante musica tibetana, le spiego che l’ho acquistato su internet e speravo che le piacesse provarlo.
Si tratta di un regalo a luci rosse, da sexy shop, un cuneo anale 11 x 5 cm in gomma trasparente azzurra.
La serata si volge velocemente sul piccante, inizia a raccontarmi che quando ha i suoi incontri amorosi con Jenny la tennista spesso utilizzano lo strapon, sia l’una che l’altra e che a volte hanno provato il rapporto anale, ma con scarsi risultati, preferiscono il rapporto vaginale, ma nulla vieta che io sia in grado di farle cambiare idea dimostrandole il contrario.
Il rapporto anale è una cosa molto complessa, non siamo in un film porno, siamo nel nostro letto e non è cosa da tutti i giorni. La cosa fondamentale da avere è un buon lubrificante e usarlo abbondantemente, al contrario il rapporto risulterebbe doloroso e poco piacevole.
Altra cosa importante prima di arrivare alla penetrazione anale è l’aver portato la tua partner all’orgasmo almeno una volta, i muscoli sono così più rilassati e pronti a dilatarsi e la terza cosa importante è arrivarci per gradi, prima un dito, poi due e così via….
Tutta questa mia esperienza e coscienza in quello che le sto spiegando, incuriosiscono ed eccitano Katia che mi prende per mano e mi chiede: “Proviamolo allora, dai, cosa stiamo aspettando?”
Ho catturato la sua attenzione e la cosa mi eccita davvero molto, mentre osservo il suo sedere coperto ancora dai pantaloni rossi del pigiama.
Katia è seduta a bordo letto, un buon drink per festeggiare il suo compleanno con l’ospite azzurro appoggiato sul comodino di legno di montagna che quando inizia a diventare un buon amico attivo tra di noi, lascia Katia entusiasta per come, una volta inserito rimanga bloccato dentro senza uscire e di come riesca a rendere il rapporto vaginale più eccitante per il semplice fatto che una volta che è dentro, stringe la vagina, quindi il tutto si traduce in più piacere per lei e per me.
Happy Birthday Katia!